CASI STUDIO: ricerche di falde acquifere per pozzi - PAOLO GATTI: rabdomante, radioestesista, ricerca di falde acquifere e tubazioni acqua-gas

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 INDICE
  • TERREMOTO 24 AGOSTO 2016
  • MINIERA D'ORO A CIELO APERTO
  • INDAGINE E RICERCA PERSONALE DI FILONI E GIACIMENTI D’ORO NELLE MINIERE

TERREMOTO 24 AGOSTO 2016
 
A seguito del terremoto del 24 agosto 2016 che ha colpito il centro Italia decido di eseguire una mia ricerca-studio con l’intento di valutare se vi è una connessione fra le varie città colpite, ovvero un percorso (possibile faglia?) attraverso il quale si sono propagate le onde sismiche.
 
Come prima azione cerco un elenco delle città colpite direttamente dal terremoto:



 
 
Poi stampo porzioni delle aree e le unisco in un’unica mappa su cui lavorare e mi posiziono in un punto qualsiasi poco lontano dal paese Accumuli con l’intento di individuare un punto della (frattura) da cui si sono propagate queste onde sismiche.
 
Considerando  che le notizie parlavano del paese di Accumuli colpito, mi aspettavo di percepire il punto in tale città, invece sono richiamato al paese vicino, Fonte del Campo, e individuo qui un punto di partenza della (frattura). Inizio pertanto a disegnare un tracciato (nero) che raggiunge Accumuli, attraversandolo, e nella parte più a ovest del paese ritorna a Fonte del Campo (parte segmentata dell’anello nero).
Un poco sorpreso da questo anello, approfondisco la ricerca e delineo un percorso secondario (tracciato in matita) che parte da Accumuli sud per poi ritornare nel punto ad ovest della città, da dove parte l’altro anello segmentato.



 
 
Da qui procedo verso sud giungendo al paese di Amatrice dove il percorso diviene una linea segmentata che lo attraversa a metà (approfondendo delineo poi i tracciati secondari in matita che si collegano proprio alla traccia segmentata nera).


 
 
Proseguo poi sempre verso sud, attraverso la località Ponte A Tre Occhi e lambisco Collemaggiore, continuo ad ovest di Nominisci, in aree boschive per poi attraversare il paese di Santa Lucia. Mi sovrappongo approssimativamente alla strada statale 260 nei pressi di San Vito e per tutto il tratto fino a Colle Calvo, per poi giungere e attraversare trasversalmente il paese Montereale, anche qui con un percorso segmentato.

 
 

A questo punto mi riposiziono ad Accumuli, precisamente nel punto di collegamento dei due anelli ad ovest della città, in quanto vi sono ancora due città, a nord, interessate dal sisma. Da qui procedo in direzione verso nord con direzione leggermente a est, attraverso aree boschive, fino a congiungermi con la strada statale 129, poco prima di Arquata del Tronto ed anche qui il tracciato si fa segmentato e prosegue poi verso nord in modo regolare.



 
 
A questo punto la mia ricerca sembra conclusa, se non ché, rimango perplesso per il fatto che il tracciato nero, (lungo cui teoricamente, secondo me, si è propagata l’onda sismica) passa decisamente lontano dal paese Pescara del Tronto, anch’esso devastato dal sisma.  
Così mi posiziono poco lontano da detto paese, a metà strada da Arquata del Tronto e identifico un punto da cui delineo un percorso in matita risalendo e collegandomi alla linea segmentata che attraversa Arquata del Tronto; poi mi riposiziono su detto punto e questa volta procedo disegnando un percorso che si dirige verso Pescara del Tronto, delineando un percorso molto segmentato che abbraccia il paese quasi completamente, per poi attraversarlo in modo lineare fino a giungere inaspettatamente in un punto dell’anello (tratto in matita) di Accumuli.


 
 
 
Cercando di dare una valutazione personale ai tracciati, Pescara del Tronto sembra essere interessata da un secondario percorso (presumibilmente meno intenso come propagazione), tuttavia la devastazione così elevata, può essere imputata alla forma del tracciato che ha scosso il paese come fosse un setaccio; inoltre ho trovato molto singolare il ripetersi della linea segmentata solo nei paesi colpiti dal sisma, mentre lungo tutto il decorso, questo rimane pressoché lineare. Questa particolarità però non si riscontra ad Accumuli che è tuttavia un punto di incontro di due anelli e, probabilmente, di strani giri di tensione e propagazione.

Miniera d’oro a cielo aperto
Cercando in internet, una sera di fine Ottobre 2016, informazioni relative alle miniere d’oro trovo un articolo che ne elenca dieci tra le più grandi al mondo.
Mi soffermo nuovamente  su una miniera d’oro a cielo aperto presente nel Nevada di cui avevo visto un programma televisivo. Il fatto d’essere una miniera a cielo aperto mi ha suscitato una domanda ovvero “possibile che eseguano uno sbancamento di milioni di metri cubi di terra per sfruttare un filone aurifero?“, così decido  di eseguire una ricerca per valutare l’area con la speranza di trovare un senso a tale modalità d’intervento.  
Come sempre mi posiziono in un punto qualsiasi ed inizio. Sono richiamato nella zona bassa della mappa ed individuo il percorso aurifero che da sud procede verso la miniera facendo uno zig zag poco prima di entrarvi; all’interno dell’area mineraria questo percorso si sviluppa in senso circolare  antiorario con un andamento a zig zag, quindi si dirige verso sud per poi deviare  in direzione  est. Senza valutarne le possibili profondità, intuisco dal disegno che la sovrapposizione dei due percorsi indica una differenza di quota, inoltre osservo che il percorso crea un semicerchio con andamento segmentato e copre una superficie molto ampia.
A questo punto, poiché generalmente ho osservato che nei tracciati segmentati delle falde acquifere si diramano altri percorsi minori, valuto la presenza di secondari filoni auriferi che, ovviamente, ritrovo e che collegano le numerose punte del tracciato.
Come ultima indicazione percepita sulla mappa in questione ho disegnato (ma non è visibile) un discreto tracciato di argento, con un passaggio segmentato che, personalmente, potrebbe suggerire una possibile area mineraria estrattiva.
Osservando il risultato grafico della ricerca ho pensato che, effettivamente, la modalità più corretta per sfruttare al meglio la presenza dell’oro in detta area, sia la miniera a cielo aperto.


INDAGINE E RICERCA PERSONALE DI FILONI E GIACIMENTI D’ORO NELLE MINIERE

Premessa: detta ricerca non è stata commissionata da alcune società o privati e non intende togliere meriti, onori o null’altro ad alcuni, né intende sfruttare i loro nomi.

Una sera di fine ottobre 2016 sono a cena dai miei genitori e in televisione trasmettono un programma relativo alle grandi macchine operatrici (camion) per la movimentazione di inerti nella più grande  miniera d’oro nello stato del Nevada negli U.S.A.
Forte di una recente valutazione eseguita su mappa (nonché di corrispondenze coincidenti), in provincia di Bergamo della località Zorzone, Oltre il Colle, Zambla, ecc  paesi della val Brembana in cui negli ultimi mesi sono ripresi i sondaggi per l’estrazione in particolar modo dello zinco, mi sorge una domanda ovvero “ dal momento che in quell’area nel Nevada stanno estraendo oro ci sarà certamente un giacimento o un filone aurifero che lo attraversa”.
Così rientro a casa e cerco notizie in merito alle miniere d’oro presenti nel Nevada e la mia attenzione viene catturata (probabilmente reminiscenze  di cartoni animati visti da bambino) dalla miniera ELDORADO; così stampo la mappa che riporta l’indicazione dell’ingresso alla miniera (divenuta un percorso turistico) e come sempre utilizzando la matita ed il pendolino mi posiziono nel punto con la scritta Eldorado Canyon ed inizio la ricerca. Consapevole dell’errato pensiero che mi attraversa (ovvero che certamente mi avvicinerò all’ingresso Eldorado Mine) sono attratto fortemente nel punto che indicherò poi come  zero ( 0 ) (ormai dopo diverse decine di ricerche di falde acquifere ho osservato che i punti di partenza in cui mi posiziono sulla mappa nascondono qualche particolarità).
Dal punto zero inizio a tracciare il percorso/ filone aurifero  che ritengo essere il principale, il più importante di tutta la mappa oggetto di studio (linea gialla). Fatto ciò decido volutamente di partire dall’ingresso della miniera per capire se effettivamente rilevavo un filone  aurifero essendo certa la miniera e pian piano delineo un tracciato (A) che termina nel punto zero; giunto qui la percezione continua delineando il tracciato (B) di cui perdo il segnale di risonanza arrivato all’ingresso della miniera. Per  mia scrupolosità mi riposiziono nel punto zero al fine di verificare se vi siano ulteriori filoni auriferi ed effettivamente ne disegno ben due che coloro di verde  scuro e chiaro,  da quest’ultimo poi trovo quello arancio e viola chiaro e scuro; in seguito rilevo altri filoni che si intersecano con il tracciato di color giallo. Nonostante sia una ricerca personale basata sulla mia sensibilità e risonanza che non ha potuto trovare riscontri oggettivi (in quanto non ho contatti con abitanti del luogo o società ecc) , ritengo sulla base di altre esperienze che le indicazioni reperite possano avere una buona validità ma come sempre mi auspico che possano essere motivo di confronto ed approfondimento serio e costruttivo con esperti tecnici nel settore geologia.



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